Tappeti erbosi: il prato.

IL PRATO

La funzione del prato in un giardino è paragonabile a quella dei tappeti e delle tende in casa: costituisce uno sfondo ideale agli alberi e alle macchie di cespugli fioriti. Tutto l’insieme è più appariscente se il tappeto erboso è costituito da una sola specie (esempio, il giardino inglese).

Se la superficie del del prato è regolare e morbida, senza avvallamenti, dossi e pendii, la tosatura ne sarà facilitata.
E’ consigliabile impiantare un tappeto erboso dopo i lavori di trasporto di terra, di muratura, ecc.
Sarà utile l’installazione di una presa elettrica da esterno (preferibilmente blindata) in prossimità, per l’uso di un tosaerba o di un qualsiasi altro dispositivo elettrico.

diverse tipologie
Si possono distinguere tre tipi di tappeti erbosi:
il prato rustico, dei giochi, la cui erba viene continuamente calpestata e il cui aspetto esteriore non è di fondamentale importanza;
il prato stabile, piuttosto trasandato, resistente all’umidità e alla secchezza, che abbisogna di poche cure;
il prato di lusso, elegante, molto curato, che necessita continuamente di annaffiature e tosature.
Ciascuno sceglierà il tipo di tappeto erboso secondo i propri desideri e le proprie esigenze ma, attenzione, un prato di lusso (detto “all’inglese”), sicuramente di aspetto magnifico e capace, di per sè, di valorizzare tutto ciò che gli sta accanto, necessita di cure costanti e frequenti, deve essere perfetto, uniforme e sempre rasato, verdissimo e senza chiazze di secco.
Nella previsione di non avere la possibilità di effettuare una manutenzione accurata, meglio rinunciare e pensare a soluzioni meno impegnative.
Più si calpesta e si taglia il prato, più si favorisce la comparsa di nuovi getti; per questo il prato ha bisogno di essere frequentemente rullato e tosato e, allo spuntare dei getti, vanno aumentate le annaffiature e, (con opportune cautele), l’apporto di concime.

la preparazione del terreno
Senza dubbio la fase di lavoro più importante è quella della preparazione del terreno, rendendolo idoneo a un lungo sfruttamento (i prati migliori sono quelli vecchi di alcuni anni). Si dovrà adoperare particolare cura per i terreni con radici di alberi affioranti, con avvallamenti e dislivelli improvvisi, molto argillosi e con ristagni d’acqua.
La preparazione del terreno inizia con la
1) fase di diserbo del terreno, che avviene in tre momenti:
a) spargimento nei punti opportuni del diserbante (in assenza di vento);
b) taglio dell’erba ormai secca;
c) rimozione dell’erba tagliata.
2) Segue la vangatura (manuale o meccanica -mediante motozappa-) del terreno, anche negli strati più profondi, eliminando sassi e radici.
3) Rimozione delle pietre (> di un diametro di cm 3 – 4 circa-).
4) Immissione di una miscela di concimi minerali e organici: per ogni 100 mq di terreno: 5 – 10 Kg. di concime minerale a base di calcio, azoto e potassio, 20 Kg di concime organico (l’ideale è sempre il letame ben decomposto) e 3 Kg (x 3) di solfato ammonico, superfosfato minerale e cloruro di potassio.
5) Appianamento e livellamento del terreno: livellare il più possibile, rastrellare e lasciare a riposo il terreno per un paio di settimane.
– Nel frattempo sistemare le lastre di pietra per eventuali vialetti.
6) Dopo circa 15 giorni rastrellare in superficie e tracciare un leggero solco intorno agli arbusti, alberi e aiuole, in modo che l’erba non arrivi al fusto (nel caso di prato seminato). (Si badi che la presenza di grandi alberi è controproducente – il sole è sempre una grande garanzia per la buona riuscita di un tappeto erboso- troppi arbusti, cespugli e aiuole aumentano e complicano le operazioni di impianto e di manutenzione.)
In conclusione, il terreno dovrebbe apparire soffice e permeabile in superficie per consentire una buona preparazione del letto di semina e per far si che la terra non si comprima rapidamente e diventi asfittica.

la preparazione tecnica del giardino
7) Apposizione di opportuni segnali per delimitare l’area interessata (=> posizione po-pap).
8) Scavo (manuale) delle tracce per contenere le tubazioni (elettriche e idriche).
9) Posizionamento delle tubazioni (per i cavi elettrici e per l’irrigazione) nelle tracce.
10) Posizionamento nella cisterna della pompa sommersa (di potenza adeguata) e collegamento all’impianto -ad esempio: per un terreno di circa 450 mq potrebbe andare bene una ptz. di 1100 Watt-.
11) Collegamento e messa in opera degli irrigatori (po-pap).
12) Collocazione in opera nei punti prestabiliti di appositi pali x l’illuminazione.
Contemporanea collocazione dei relativi cavi elettrici.
13) Ulteriore vangatura -meccanica _tramite motozappa_(senza andare troppo in profondità per non rischiare di danneggiare le tubazioni e i cavi elettrici già presenti)-.
14) Rastrellatura del terreno, asportazione delle pietre (> di un diametro di cm 3 – 4-circa-) e ulteriore appianamento e livellamento del terreno.
15) Ubicazione (messa in opera) della centralina di comando dell’impianto. Ubicazione dei paletti con gli interruttori di comando dell’impianto.
16) Rastrellatura di tutto il terreno interessato e contemporanea asportazione delle pietre (> di un diametro di cm 1 – 2 -circa-).
17) Appianamento e livellamento definitivi per rendere il terreno idoneo ad accogliere il prato.
18) Messa a dimora di alcune piante (piccole siepi e varie) e opportuna sistemazione dei pali di sostegno per alcune piante eventualmente già presenti.
19) Messa in opera delle tubazioni “gocciolanti”, necessarie per alcune tipi di piante.
20) Messa a dimora di alcune piante.
21) Ulteriore rastrellatura del terreno con asportazione delle pietre (diametro cm 1,5 circa).
A questo punto il terreno è pronto per accogliere il prato e occorre fare una distinzione fondamentale, occorre infatti distinguere due tipologie: il prato seminato e quello del tipo “pronto” o in zolle.
Cominciamo col primo:

la semina
Innanzi tutto occorre scegliere il tipo di semente che si ritiene più adatta in relazione al tipo di terreno e alle proprie scelte personali.
La semina si deve compiere senza pioggia e senza vento (si potrebbero disperdere i semi), all’inizio dell’autunno nelle regioni a clima mite, e in primavera per tutte le altre regioni, comprendendo il periodo ideale tra i primi di marzo e la fine di aprile.
La qualità e la quantità di semi da impiegare variano molto a seconda dei diversi casi: generalmente si raccomanda di non essere parsimoniosi; per un buon esito occorrono almeno 3 Kg. di semente per ogni 100 mq. Se la superficie è molto vasta, l’operazione va eseguita con seminatrici meccaniche, capaci di distribuire i semi in modo pià rapido e omogeneo.
Se è fatta a mano si proceda seminando in due riprese, si divida il terreno in strisce uguali e lo si percorra prima in un senso e poi perpendicolarmente; così la distribuzione risulterà più regolare e diminuirà il rischio di commettere errori. Occorrerà poi passare un rullo di peso medio sopra il terreno, affinchè il seme ne venga a contatto, o comprimere con il piatto della pala.
Il terreno va quindi ben innaffiato quotidianamente e dopo una quindicina di giorni circa appariranno i primi fili d’erba.

la sistemazione delle zolle del prato “pronto”
Il posizionamento delle “fette” di prato su tutta l’area interessata, è un’operazione, ancorchè rapida, da svolgere con una certa attenzione.
Per questo sarà meglio rivolgersi a personale specializzato. Oppure si può fare da soli, consapevoli però dei rischi del “fai da te”.
Occorrerà munirsi di coltello e grande pazienza e lavorare con attenzione, ad esempio, in prossimità di piante, arbusti o cespugli bisognerà discostarsi opportunamente, cercando sempre di disporre le zolle quanto più a contatto possibile fra di esse.
Alla fine del lavoro saremo ricompensati del lavoro svolto dalla soddisfazione di vedere la superficie del nostro prato, che fino a qualche ora prima avevamo visto spoglia e brulla, completamente verdeggiante.
Una osservazione: l’effetto “mosaico” , dato dall’accostamento delle “fette” di prato fra di esse, sparirà ben presto (entro 10 – 15 giorni).

la manutenzione
Il Prato, come del resto tutto il giardino, ha bisogno di costante manutenzione per poter essere in salute e al massimo del suo splendore.
La manutenzione, richiede fatica legata a volontà e passione che nel tempo vi renderanno soddisfatti del vostro angolo verde.
Le operazioni essenziali per il mantenimento di un bel tappeto erboso sono:
-la tosatura,-il rullaggio,- l’annaffiatura, -la concimazione e aggiungerei anche la somministrazione (accuratamente dosata!) di elementi fungicidi, dal momento che, con l’umidità, spesso prosperano colonie di funghi che sono in grado di arrecare un grave danno al nostro prato (che si evidenzia con antiestetiche chiazze gialle).

Il prato necessita di una costante irrigazione; è buona norma innaffiare (nelle prime ore del mattino) con grandi volumi d’acqua, ma meno di frequente.(Questo per far si che le piantine “imparino” a cercare l’acqua negli strati più profondi; mentre in superficie l’acqua si asciugherà ben presto.)
I primi tagli devono essere effettuati quando le piantine raggiungono un altezza di circa 8 cm e con appositi taglia erbe con lame molto taglienti.
Il prato avrà bisogno di tagli frequenti, almeno una volta alla settimana nel periodo che va dalla primavera all’autunno, cioè quando l’attività di crescita è rigogliosa, inoltre occorre tagliare il feltro che si deposita sul prato ed arieggiare per dare la possibilità ad acqua e luce di raggiungere le radici dell’erba. È opportuno arieggiare il terreno almeno ogni mese circa utilizzando degli appositi rastrelli o macchinari.

Si consiglia di concimare con concimi ricchi di azoto in primavera ed estate, mentre in autunno è preferibile utilizzare sostanze a base di potassio e fosforo.(Bisogna fare attenzione a “come spargere il concime”: il gesto deve essere ampio e rapido, in modo da spargere piccole quantità di concime su superfici molto vaste.)
Nei periodi di semina, primavera e autunno, si può intervenire sul prato per riseminare le zone danneggiate ed eventuali buche presenti.
In inverno con la caduta delle foglie degli alberi bisogna provvedere a rastrellarle via per evitare che la loro decomposizione danneggi il manto erboso.

Esempio di prato curato

 

 

 

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