Rapporto aeroilluminante

Si definisce rapporto aeroilluminante il rapporto tra la superficie delle finestre apribili e la superficie di un locale.

Nel seguito: la definizione del rapporto aeroilluminante di un locale; la verifica del rapporto minimo per ottenere l’agibilità dell’immobile; il calcolo del rapporto aeroilluminante e la normativa.

Cosa è il rapporto aeroilluminante di un locale

Con rapporto aeroilluminante si intende il rapporto tra la somma di tutte le superfici finestrate apribili e la superficie netta della stanza.  Per la precisione possiamo parlare di rapporti illuminanti quando consideriamo solo la superficie di vetro dell’infisso, e di rapporti aeranti quando consideriamo la superficie della finestra come se fosse aperta.

Il valore di questo rapporto varia a seconda della destinazione d’uso del locale, tanto che per alcuni immobili, e in casi limitati, è concesso anche che non siano presenti ventilazione ed illuminazione naturali, ma che ad esse si provveda attraverso dispositivi artificiali.

I parametri minimi da rispettare e il metodo di calcolo da utilizzare in fase progettuale per ottenere l’agibilità dell’immmobile sono descritti nei regolamenti edilizi e nei regolamenti comunali d’igiene e quindi possono cambiare da un comune all’altro. Pertanto, è a tali documenti che dovrà fare riferimento il progettista di una nuova costruzione o di una ristrutturazione, affinchè, attraverso il rispetto di questi ed altri parametri, l’immobile ottenga l’agibilità.
Di solito il valore più diffuso come rapporto aeroilluminante tra quelli previsti dai vari regolamenti edilizi comunali è di 1/10, che può scendere a 1/8 per alcuni ambienti particolari, come le mansarde.

rapporto aeroilluminante

In caso di ristrutturazione si deve operare tale controllo ogni qual volta cambia, ad esempio, il numero o la forma delle aperture, la dimensione delle stanze, ecc. Pertanto il professionista, tra gli allegati da redigere per il progetto, dovrà allegare una specifica tavola dei rapporti aeroilluminanti.

A questo proposito, poiché le Regioni prevedono leggi differenti per il recupero abitativo dei sottotetti, va detto che alcune di queste leggi prevedono valori ancora inferiori e alcune prendono in considerazione per il calcolo come superficie calpestabile, solo quella al di sopra dell’altezza minima. Quindi, l’architetto o il professionista incaricato troveranno indicati il rapporto da rispettare, ad esempio 1/10 o 1/8, e, dividendo l’area della finestra per quella della stanza, il valore ottenuto dovrà essere inferiore a questi limiti.

Un altro elemento che può cambiare da comune a comune è il modo in cui vengono considerati alcuni locali. Ad esempio, un soggiorno molto grande unito all’ingresso, può risultare “svantaggiato” nel calcolo del rapporto, ma alcune amministrazioni concedono la possibilità di non considerare le eventuali appendici separabili come appunto ingressi o corridoi. Oppure, nel caso di una camera da letto con cabina armadio, il rapporto può essere considerato per tutta la stanza comprensiva di cabina, oppure no, a seconda dei casi.

 

 

 

Per lo Studio di progettazione interni

Ing. Borzì Augusto

(Ingegneria Civile/Edile ad

indirizzo Architettura e P.)

www.progettazione-interni.com

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